Sarà presente al Festival della Diplomazia di Roma l’attivista irlandese Betty Williams, Premio Nobel per la Pace 1976
A Roma dal 17 al 25 ottobre prenderà il via la decima edizione del Festival della Diplomazia, dove parteciperanno i maggiori atenei, consolati e palazzi del potere sui principali temi di politica internazionale con dibattiti, focus, incontri, proiezioni, mostre ed eventi collaterali con illustri ospiti. Prima tra tutti Betty Williams, Premio Nobel per la Pace nel 1976, attivista irlandese che si è battuta per tutta la vita per una soluzione pacifica della questione dell’Irlanda del Nord. Attualmente è il capo della Global Children’s Fundation e Presidente del World Center of Compassion for Children International. Il 28 gennaio 2008 l’Università degli Studi della Basilicata le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze della Formazione Primaria per il suo impegno nella realizzazione di metodologie didattiche dedicate ai bambini, per le sue attività umanitarie e per le sue iniziative atte a promuovere la pace nel mondo. Si intitola: La Diplomazia del Bene la Lectio Magistrale che la Betty Williams terrà Venerdì 18 ottobre alle 9,30 in Sala da Cortona in Campidoglio. Seguirà un intervento di Novartis con “Primo Levi in Wender-Novartis”. Subito dopo la presentazione e l’apertura della mostra: “La Diplomazia del Bene”. Il Premio Nobel, alle ore 16:00, parteciperà all’incontro: “Geopolitics, Conflict Prevention and International Cooperation” presso l’ufficio di rappresentanza della Commissione Europea, Spazio Europa in via Quattro Novembre a Roma. All’incontro oltre al Premio Nobel parteciperanno: Giampiero Massolo, Presidente Comitato Scientifico Festival della Diplomazia, Fincantieri e ISPI, Stefano Manservisi, DG DEVCO, Corinna Unger, Istituto Universitario Europeo di Firenze, Armando Barucco, Direttore Unità Analisi e programmazione MAECI; Urmas Paet, Eurodeputato, già Ministro degli Esteri Estonia.
La Diplomazia del Bene si fonda sul lavoro di individui che sono disponibili a sacrificarsi per i principi opposti rispetto a quelli che guidano i terroristi: riconoscere la pluralità umana, amare la bellezza, non accettare una concezione del mondo che divide gli uomini per la loro religione, per la loro cultura e per la loro nazionalità.
Di fronte alle diseguaglianze, alle guerre, ai terroristi fondamentalisti, ai crimini contro l’umanità, il mondo deve conoscere e apprezzare le storie di chi produce il bene, mostra umanità, esprime solidarietà, supporta una cooperazione internazionale inclusiva e sostenibile.
Il Bene può diventare una grande forza di attrazione ideale e portare alla sconfitta di chi sfrutta la propria posizione dominante o dei seminatori di odio che, troppo spesso, giustificano con la religione i più crudeli atti contro l’umanità. Si tratta quindi non solo di provvedere aiuti finanziari e tecnologici ma anche di una grande battaglia culturale che tolga ogni minima forma di legittimazione alle azioni, spesso condotte in nome dell’ideologia del fanatismo. Diplomazia del bene significa soprattutto divulgare valori che partono dall’amore per tutta l’umanità. La sconfitta della povertà, delle diseguaglianze, del terrorismo passa prima di tutto da una grande alleanza tra i popoli contro lo stesso nemico comune.
La diplomazia del bene presuppone anche una battaglia contro la paura, quella che porta a invocare muri per i migranti e creare pericolosi pregiudizi e rappresenta una grande speranza per il futuro dell’umanità. Come è già successo nel passato, il ruolo dei diplomatici è fondamentale per sviluppare azioni e scelte mirate al bene, un esempio fra tutti gli ambasciatori che dall’ultima guerra ai giorni nostri hanno rischiato per salvare vite umane, oppure l’azione guida svolta da grandi personalità emerse dalla società civile che per i risultati raggiunti nella ricerca della pace sono stati poi premiati con il riconoscimento del Nobel.
Betty Williams nasce a Belfast nel 22 maggio 1943. Finito il suo percorso di studi secondario, trova lavoro come segretaria finché, nel 1976 è testimone di un incidente che cambia la sua vita per sempre. Era alla guida quando sente il rumore di uno sparo ed assiste alla tragica morte di tre bambini investiti da un’auto. Il guidatore era un latitante dell’IRA (Irish Republican Army), Danny Lennon, che aveva perso il controllo del veicolo dopo essere stato colpito da proiettili sparati dalla polizia britannica. Due giorni dopo il tragico incidente Williams aveva già ottenuto 6.000 firme su una petizione che chiedeva la pace in Irlanda del Nord. Contemporaneamente organizzò assieme a Mairead Corrigan, sorella di Anne Maguire (la madre dei tre bambini), una marcia alla quale parteciparono circa 10.000 persone, soprattutto donne, sia protestanti che cattoliche